Ieri 17 novembre l’Istituto Cervantes ha tenuto una conferenza dal titolo Las palabras a cui hanno partecipato l’ispanista dell’Università L’Orientale di Napoli Maria Alessandra Giovannini, il direttore dell’Instituto Cervantes di Napoli Luisa Castro, e infine il noto scrittore spagnolo Juan José Millas. Nato a Valencia nel 1946, esordisce nel mondo della narrativa con Cerbero son las sombras e raggiunge ampia fama nel 1990 con La soledad era esto. Da allora scrive anche per El País articoli che sintetizzano lo stile giornalistico con quello letterario, definiti articuentos (articoli con valore letterario per l’uso delle parole molto preciso e ricco, tipico di Millas).
L’autore, in un intervista rilasciata al Mattino, ha sottolineato inoltre l’importanza delle parole e degli studi umanistici. Infatti, parlando della Spagna:
A ogni riforma si tagliano le scienze umanistiche. Sono state abolite greco e latino dalla scuola secondaria superiore, ora anche la filosofia sarà eliminata. E si scoraggia lo studio con il classico argomento che le lauree umanistiche offrono pochissimi sbocchi occupazionali. Sono invece un mezzo fondamentale per interpretare la realtà, l’unico. La letteratura, poi, è metafora della realtà: la rappresenta e ha la capacità di cambiarla.
La posizione di Millas è stata ripresa anche nel corso della conferenza, a sottolineare l’importanza di una realtà che anche qui in Italia affonda ogni giorno che passa. [S]