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La figura di Enea nella visione di Caproni

Abbiamo scelto Enea come simbolo della nostra associazione – come si può vedere nel nostro logo – perché riteniamo che sia una figura dalle grandi potenzialità espressive. Lo abbiamo scelto perché il guerriero Enea non è dedito solo alla guerra, ma è noto anche per la fuga da Troia in fiamme, attività in cui è spesso colto nell’atto di andare avanti tenendo il figlio Ascanio per mano (in cui vogliamo leggere il futuro) e il padre Anchise in spalla (in cui ravvisiamo il passato). L’azione è compiuta non senza un criterio, ma con la pietà e il rispetto dovuti a ciò che è costituisce il passato in cui affondano le nostre origini e al futuro verso cui è rivolto lo sforzo della fuga.
Un significato simile è stato riscontrato anche dal poeta Giorgio Caproni, di cui riportiamo le parole con cui commenta la statua di Enea presente in piazza Bandiera a Genova.

Io ho girato molte città d’Italia, ma Enea non l’ho conosciuto altrove. Perlomeno non ho incontrato l’unico Enea possibile, l’unico Enea veramente vivo nella sua solitudine e nella sua umanità. L’unico Enea insomma che meritava davvero un monumento in mezzo a una piazza, simbolo unico di tutta l’umanità moderna, in questo tempo in cui l’uomo è veramente solo sopra la terra con sulle spalle il peso d’una tradizione ch’egli tenta di sostenere mentre questa non lo sostiene più, e con per mano una speranza ancor troppo piccola e vacillante per potercisi appoggiare e che tuttavia egli deve portare a salvamento.

In questo caso, Enea si carica di sfumature quasi eroiche nel tentativo di saldare un passato troppo oneroso e un futuro incerto che merita comunque una speranza di salvezza e di riscatto.
Il poeta, inoltre, dedica una sua poesia all’eroe intitolata Il passaggio di Enea, che vi invitiamo a leggere. [S]

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