Un significato simile è stato riscontrato anche dal poeta Giorgio Caproni, di cui riportiamo le parole con cui commenta la statua di Enea presente in piazza Bandiera a Genova.
Io ho girato molte città d’Italia, ma Enea non l’ho conosciuto altrove. Perlomeno non ho incontrato l’unico Enea possibile, l’unico Enea veramente vivo nella sua solitudine e nella sua umanità. L’unico Enea insomma che meritava davvero un monumento in mezzo a una piazza, simbolo unico di tutta l’umanità moderna, in questo tempo in cui l’uomo è veramente solo sopra la terra con sulle spalle il peso d’una tradizione ch’egli tenta di sostenere mentre questa non lo sostiene più, e con per mano una speranza ancor troppo piccola e vacillante per potercisi appoggiare e che tuttavia egli deve portare a salvamento.
In questo caso, Enea si carica di sfumature quasi eroiche nel tentativo di saldare un passato troppo oneroso e un futuro incerto che merita comunque una speranza di salvezza e di riscatto.
Il poeta, inoltre, dedica una sua poesia all’eroe intitolata Il passaggio di Enea, che vi invitiamo a leggere. [S]