Originalità, ricerca, dimensione internazionale caratterizzano la mostra. Dopo lunghi studi che hanno permesso di approfondire e ricomporre “la collezione del principe”, questa inedita esposizione ha il sapore del “ritorno a casa” di opere straordinarie, nel contesto in cui oltre tre secoli fa furono raccolte e ammirate.
Stretti rapporti di parentela legavano la famiglia Vandeneynden a quelle di diversi artisti delle Fiandre attivamente impegnati anche nel mercato dell’arte. Tale fitta rete di relazioni, di cui furono partecipi anche Rubens e Van Dyck, favorì la formazione della raccolta che annoverava il meglio della produzione italiana e fiamminga del tempo, esempio dei rapporti artistici e culturali che intercorsero a lungo tra il Nord e il Sud dell’Europa.
La collezione vantava opere tuttora celebri, come il Banchetto di Erode di Rubens (ora a Edimburgo), e ancora esemplari di Anthony van Dyck, Aniello Falcone, Luca Giordano, Mattia Preti, Jusepe de’ Ribera, Salvator Rosa, Massimo Stanzione, Guercino, Annibale Carracci, Jan Brueghel, Jan Miel, Andrea Vaccaro, numerose nature morte nonché paesaggi e battaglie di altri maestri fiamminghi.
Con la presenza come consultant curator di Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra, la mostra è curata da Antonio Ernesto Denunzio con la collaborazione di Giuseppe Porzio e Renato Ruotolo, ed è organizzata da Intesa Sanpaolo (Direzione Centrale Arte, Cultura e Beni Storici – Ufficio Iniziative Culturali, Progetti Espositivi, Patrimonio Artistico).
L’iniziativa si avvale inoltre di un prestigioso comitato scientifico che annovera, tra gli altri, Christopher Brown, Aidan Weston Lewis, Gert Jan van der Sman, Keith Sciberras, Maria Cristina Terzaghi.