La basilica paleocristiana di San Paolo Maggiore fu edificata nell’VIII secolo per celebrare la vittoria dei napoletani sui saraceni. Costruita sul sito in cui originariamente si trovava il foro greco-romano, sorge sui ruderi dell’antico tempio dei Dioscuri; l’ingresso si eleva su una scalinata seicentesca e conserva due colonne dell’antico tempio rimaste in piedi dopo il terremoto del 1688. Dal 1538 la chiesa è stata affidata all’ordine dei chierici regolari teatini presenti a Napoli dal 1532 con il loro fondatore san Gaetano Thiene. Molte le opere conservate all’interno, dal Vaccaro al Solimena per finire alle sculture di scuola napoletana.
Il progetto definitivo di riqualificazione è stato approvato nel luglio 2013 e la gara è stata aggiudicata nel luglio 2015. La basilica diventerà ben presto sede di un importante Museo dell’Opera e un centro culturale di primo piano nel cuore della città, in uno dei luoghi più frequentati dai turisti. Da pochi giorni la giunta comunale ha approvato lo schema di convenzione tra il Comune, la provincia d’Italia dell’Ordine dei chierici regolari teatini e l’Archivio notarile distrettuale di Napoli per riqualificare l’intero complesso monumentale.
La convenzione, prevista dalle condizioni di finanziamento del Grande Progetto Unesco per il centro storico, consente di dare l’avvio ai lavori. Gli altri interventi previsti, oltre la realizzazione del Museo dell’Opera, sono: il ripristino del grande chiostro seicentesco, la realizzazione di una piccola biblioteca e una sala polifunzionale, la costituzione dell’Archivio del Teatro Romano e di un polo di accoglienza giovanile, uno studentato con annesso ristorante a servizio di universitari e visitatori. «Sarà realizzata – dichiara l’assessore Carmine Piscopo – anche una piccola pinacoteca che consentirà di mantenere in loco il patrimonio pittorico presente».
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